
LEGA PRO – La spinta dello “Zaccheria” e una squadra quadrata per allungare in vetta: il Foggia di Stroppa
Domenica prossima lo stadio Pino Zaccheria di Foggia sarà teatro del più classico dei “match dell’anno”: i padroni di casa di Giovani Stroppa, primi in classifica, ospiteranno la diretta concorrente per la vetta, il Lecce di Pasquale Padalino. Una gara, dunque, che si presenta da sola, ma i cui temi non si limitano a dipingerla come lo spartiacque (o qualcosa di simile) della stagione dei due club. Foggia-Lecce è infatti molto di più: un derby di Puglia, ma anche un incrocio incredibile tra le strade dei suoi protagonisti, uno su tutti il foggiano Padalino. Senza dimenticare una storia passata fatta di scontri in ben altre categorie.
La gara con i corregionali dauni è una di quelle più disputate e più vinte dai salentini nella loro storia. Il totale dei precedenti conta infatti 57 incontri disputati, con 28 vittorie leccesi, 19 foggiane e appena 10 pareggi. Bilancio ribaltato per quanto riguarda i match disputati in Capitanata, dove i rossoneri conducono 16-7 (le “x” sono 4) e dove i giallorossi non vincono dal lontanissimo 1962 (1-2 grazie ai gol di Malavasi e Arfuso). Le successive 9 gare di campionato parlano di 8 successi locali e un pareggio, con il più recente incrocio allo Zaccheria datato giugno 2016: erano le semifinali playoff, e l’undici di Braglia venne sconfitto ancora da quello di De Zerbi per mezzo delle reti di Riverola e Sarno, seguite dal gol della bandiera di Caturano. A reti bianche, infine, l’ultimo incrocio assoluto, risalente al girone d’andata del campionato in corso, quando le due squadre si affrontarono da prime a pari punti.
Un girone dopo, dunque, nulla o quasi è cambiato. A separare Foggia e Lecce c’è un solo punto, e le due pugliesi vanno a formare quella che può considerarsi forse definitivamente la coppia da cui verrà fuori la vincitrice del campionato. E pensare che, a differenza dei più costanti ragazzi di Padalino, quelli di Stroppa hanno vissuto una stagione un po’ più altalenante, che li ha visti un paio di volte rischiare di perdere contatto in maniera sostanziosa dal primo posto. Superato praticamente subito lo shock post-dimissioni di De Zerbi, l’undici dauno ha trovato via via solidità, partendo a razzo ma subendo una flessione clamorosa a fine autunno, con una sola vittoria in sette partite. Il distacco massimo dalla vetta, quantificato in quattro lunghezze, è stato raggiunto poco dopo, in seguito al roboante tonfo interno con il Fondi nella giornata diciassette. Con l’anno nuovo è però arrivato anche un nuovo Foggia. Una squadra capace di infilare vittorie a manetta e di cadere solo nell’inferno dello Iacovone, per merito di un Taranto troppo sottovalutato alla vigilia.
Incidente di percorso in riva allo Ionio a parte, quello del Foggia recente è un cammino quasi perfetto che lo ha visto scavalcare agevolmente Matera e Juve Stabia prima di mettersi dietro anche il Lecce. Il merito è soprattutto di Giovanni Stroppa, capace di far propria una squadra costruita a misura per De Zerbi, ma che rispetto all’anno scorso è decisamente più quadrata, come dimostrano gli appena 23 gol subiti che la rendono la miglior difesa del torneo. In una solidità che mancava in precedenza va dunque rintracciato il punto forte della compagine dauna, senza tuttavia dimenticare un attacco che ha ormai dimenticato Re Pietro Iemmello e la spinta straordinaria dello Zaccheria, dove il Foggia non ha quasi mai steccato.
A favorire l’accelerata invernale dei Satanelli ci ha pensato il ds Giuseppe Di Bari, protagonista in sede di mercato di riparazione con una serie di colpi che hanno innalzato le già eccellenti qualità della rosa di Stroppa. Sono arrivati Figliomeni, Faber, Deli e bomber Di Piazza, precedentemente cercato proprio da Meluso per il Lecce. La struttura dell’undici rossonero è rimasta tuttavia sempre la stessa: davanti a Guarna la forza di Coletti, la velocità e i cross di Angelo e Rubin, le geometrie di Vacca e Agnelli, ma soprattutto la fantasia e i gol del poco amato ex Chiricò, Sarno e di Mazzeo, alla ricerca dell’ennesima promozione in B della sua carriera.