
LECCE – Pagellone andata: Legittimo, Perucchini e Lepore fondamentali. Suciu-Carrozza i flop, l’attacco deve fare meglio
Con l’1-1 in casa della Lupa Castelli Romani, ha avuto la sua conclusione il girone d’andata del campionato 2015/2016 per il Lecce di Piero Braglia. Tra un calciomercato estivo partito comprensibilmente in ritardo, il mediocre avvio di torneo con Antonino Asta in panchina e la rimonta seguente l’avvicendamento con l’attuale tecnico, la prima metà di stagione può dirsi tutto sommato positiva, visto l’attuale terzo posto che varrebbe i play-off e la distanza di soli 4 punti dalla vetta. Una sufficienza meritata ma non larga per Papini e compagni, complici alcune brutte prove di squadra (le tre sconfitte ed i pareggi con Matera e Lupa Castelli su tutte), ma soprattutto diverse pessime prestazioni dei singoli, vedi Lo Bue, Suciu e Carrozza. Di contro, la sorpresa Legittimo e le sicurezze Perucchini, Lepore e Papini hanno garantito ai giallorossi la risalita in classifica. Come da tradizione, anche quest’anno andiamo ad analizzare, giocatore per giocatore, le prestazioni della prima parte di campionato, nel classico Pagellone del girone d’andata.
PORTIERI:
Perucchini 7 – Chissà cosa avrà pensato Antonino Asta, quando ad inizio stagione stava preferendo l’esperto ma anche involuto Benassi all’ex Varese, chiaramente un lusso per la categoria. Ci aveva visto lungo il ds Trinchera, che più volte ha ribadito che avrebbe accettato solo offerte indecenti per lasciar andare quello che è sicuramente nella top 5 degli estremi difensori più forti della Lega Pro. A confermarlo, le tantissime prestazioni positive, alcune delle quali salva-risultato, vedi Juve Stabia, Ischia e Benevento su tutte (16 presenze 12 reti subite; media voto 6,18).
Benassi 5 – Rimasto in estate dopo adeguamento al ribasso del contratto, il portiere ex Arezzo è scelto da Asta come titolare e preferito al più giovane e promettente Perucchini. Inviso a parte della tifoseria, prova a passarci sopra ed a concentrarsi sul campo ma, dopo la prova super in Coppa Italia con il Catanzaro, delude con la Fidelis Andria e perde il posto. Con Braglia gioca in Coppa Italia di Lega Pro, ma lascia (forse definitivamente) con un rosso con l’Akragas (una presenza 3 gol subiti; media voto 5).
Bleve sv – Secondo portiere di campionato, in questa stagione non ha ancora avuto spazio nemmeno nelle Coppe. E’ ancora giovanissimo e deve avere pazienza (0 presenze 0 reti subite; media voto /).
DIFENSORI:
Beduschi 5,5 – Da miglior difensore della passata stagione ad elemento messo ai margini dell’attuale progetto. Dopo l’alternanza con Lo Bue sotto la gestione-Asta, con l’arrivo di Braglia non solo non ha visto quasi mai il campo, ma misteriosamente (anche se si parla di questioni contrattuali) nemmeno la panchina, e la sua partenza sembra questione di giorni. Peccato, anche se quest’anno aveva alternato un paio di buone prove ad altrettante molto meno (4 presenze 0 reti; media voto 5,25).
Lo Bue 5 – Tra le mancate promesse del girone d’andata c’è il già ex difensore giallorosso, passato nella scorsa settimana in prestito al Mantova. Arrivato dopo due buoni tornei cadetti a Trapani e giustamente annunciato come titolare della fascia destra, non si è ambientato a Lecce e non ha risposto presente alle attese della piazza (brutte anche le prove in Coppa), anche se un brutto infortunio ne ha fortemente compromesso le prestazioni. Tanta sfortuna, ma ci ha anche messo del suo (4 presenze 0 reti; media voto 5,67).
Freddi 6 – Strappa la sufficienza il centralone romano, annunciato come grande colpo per la retroguardia giallorossa ma che deve ancora pienamente dimostrare le sue capacità. L’ex Novara si è infatti dimostrato all’altezza in quasi tutte le occasioni, ma allo stesso tempo si è reso protagonista di alcune uscite a vuoto (l’autogol con la Casertana, lo scivolone con il Benevento ma soprattutto la disastrosa prova di Foggia) che hanno fatto sorgere qualche dubbio ai supporter leccesi. Ha tutte le qualità per raggiungere l’agognata continuità in difesa (14 presenze 0 reti; media voto 5,89).
Camisa 6 – Ritornato a casa dopo un decennio circa da titolare tra C1 e B, il centrale salentino ha dato sicurezza alla retroguardia ogni volta che è stato chiamato in causa, senza però riuscire a conquistare un ruolo da protagonista fisso nell’undici di Braglia. Nella sua andata spiccano le ottime prove Cosenza e Matera, ma anche il gol sbagliato da zero metri a Martina ed i due rossi (uno in campionato ed uno in Coppa) con l’Akragas. Tornerà molto utile (10 presenze 0 reti; media voto 6).
Cosenza 6,5 – Un infortunio in estate a Cesena lo mette ko per l’inizio della stagione, con Asta che lo vede a malapena in allenamento. Braglia lo getta subito nella mischia e, dopo qualche titubanza iniziale, l’ex Pro Vercelli governa la difesa a tre con autorità ed efficacia. Apre il suo 2016 con un fastidio fisico che lo tiene fuori da match di Rieti, e la difesa soffre la sua assenza (8 presenze 0 reti; media voto 6, 19).
Gigli 6 – Fortemente voluto da Asta, lo stesso allenatore di origini siciliane lo ha bocciato dopo il dimenticabile esordio con la Fidelis Andria. Rispolverato dal nuovo tecnico in una a lui più congeniale difesa a tre, non ha più sbagliato, prima che l’ottima forma del rientrante Abruzzese gli rubasse una maglia da titolare sul centrosinistra. Richiesto da diverse compagini, lasciar partire un giovane come lui sarebbe poco furbo (6 presenze 0 reti; media voto 6,1).
Abruzzese 6,5 – Messo in vendita già ad inizio luglio, la sua presenza nel Lecce 15/16 doveva limitarsi ad una fugace apparizione estiva. Saltata la partenza al Monopoli, è stato immediatamente reintregrato da Braglia, con il quale ha dapprima assaporato la panchina e poi tornato titolare. I risultati sono dalla sua parte, visto che da quando è rientrato nel progetto giallorosso la squadra ha quasi sorprendentemente ritrovato solidità difensiva (8 presenze 0 reti; media voto 6,06).
Liviero 5 – Piede educato da rifinitore puro ma abilità nella marcatura da punta brasiliana, il terzino mancino scuola Juve è certamente da annoverare tra le delusioni del girone d’andata in casa Lecce. Dall’Under 21 alla Lega Pro in appena due anni, doveva essere il grande colpo per il settore sinistro della difesa, ma in realtà ha fatto vedere qualcosa di buono solo nell’ultima gara a Rieti. Se il mercato non offre nulla di meglio, può anche restare perché un esterno con le sue caratteristiche può sempre tornare utile (7 presenze 0 reti; media voto 5,5).
Legittimo 7,5 – A grande sorpresa rispetto alle previsioni estive, il migliore del Lecce fino ad oggi. In pochi avrebbero obiettivamente scommesso che il terzino salentino avrebbe così facilmente sbaragliato la concorrenza di un inadeguato Liviero, conquistato una maglia da titolare e reso con tale qualità e continuità di prestazioni. Perfetto in difesa ma utile anche in avanti, l’undici di Braglia non può prescindere dal suo agonismo e dalla sua grande voglia di dimostrare il suo vero valore (12 presenze 0 reti; media voto 6,42).
CENTROCAMPISTI:
Lepore 7 – Assolutamente imprescindibile sia per il suo essere eclettico che per lo splendido attaccamento alla maglia, suonano quasi come una bestemmia tanto il troppo tempo impiegato dalla dirigenza per assicurarsene le prestazioni in estate quanto l’unica panchina nella gara d’esordio con la Fidelis Andria. Padrone assoluto della corsia destra, è una delle garanzie a disposizione di Braglia. Uniche pecche di un ottimo girone d’andata le prove scialbe con Foggia, Matera e Lupa Castelli (17 presenze 3 reti; media voto 6,12).
Salvi 6,5 – Merita la sufficienza pienissima nonostante le poche presenze, perché da quando è tornato dopo il doppio brutto infortunio ha garantito una cattiveria agonistica totalmente inesistente nel Lecce di inizio anno. La sua presenza è sicuramente quella che sarebbe servita di più allo sfortunato Asta, e Braglia non ci ha pensato su due volte prima di gettarlo nella mischia una volta recuperato. Un esempio di applicazione per coloro che hanno reso poco nonostante l’assenza di guai fisici (6 presenze 0 reti; media voto 6,63).
Papini 6,5 – Molto bene, e come era mai possibile pronosticare il contrario, la prima metà di campionato del mediano romano da capitano e leader pubblicamente riconosciuto del Lecce. Ha pagato ad inizio stagione l’avere al fianco un turista come Suciu, e così Asta non ha mai (Juve Stabia a parte) potuto apprezzare il vero Papini. Con il cambio di guida tecnica ha preso per mano la squadra svolgendo il suo solito lavoro con grande classe, scendendo sotto la sufficienza solo nella gara di domenica scorsa (15 presenze 2 reti; media voto 6,27).
De Feudis 5,5 – Carriera alla mano, poteva essere considerato il colpo numero 1 del primo mercato estivo di Trinchera da ds del Lecce. L’ex Cesena, fino a pochi mesi prima leader dei romagnoli in Serie A e con un’invidiabile esperienza in promozioni alle spalle, non è invece riuscito a prendere in mano le redini del centrocampo, alternando qualche ottima prova a tre o quattro uscite a vuoto. I due discreti infortuni subito ne hanno rallentato l’adattamento, e potrebbe essere il suo recupero completo il vero colpo di gennaio per il centrocampo giallorosso (11 presenze 0 reti; media voto 5,91).
Suciu 4 – La palma di “bidone” dell’anno va, e non potrebbe essere altrimenti, al centrocampista rumeno, arrivato in prestito dal Torino e che ha già fatto le valigie direzione Cremona, dopo aver giocato anche più partite del dovuto. In un ruolo, quella del mediano-mezzala, in cui la personalità è molto se non tutto, l’ex Crotone ha dimostrato gravi limiti, finendo spesso asfaltato da avversari dal passato meno noto ma dalla voglia di battersi ben maggiore. Inadeguato ad una piazza come Lecce (8 presenze 0 reti; media voto 5,31).
Pessina 6 – Ai limiti del senza voto, il figliol prodigo di Asta viaggia verso i saluti con tanta, troppa panchina fino ad oggi. Avrebbe sicuramente meritato maggiore fiducia visto che, quando chiamato in causa, è sempre risultato tra i migliori in campo. Senza contare che è l’unico in mediana che può (o avrebbe potuto) regalare qualità alla manovra, ma probabilmente Lecce non è un posto per giovani (3 presenze 0 reti; media voto 6,5).
Carrozza 4 – Re degli incompiuti, l’esterno gallipolino non è riuscito a far ricredere la gente leccese circa le sue qualità e la sua utilità alla causa. Anzi, se possibile, ha anche fatto peggio dell’anno scorso, dove aveva comunque dimostrato buoni numeri nella fase iniziale. Stavolta, invece, da salvare c’è veramente poco (9 presenze 0 reti; media voto 5,08).
Vecsei 6 – Era l’elemento meno conosciuto, e conseguentemente più esotico e “misterioso”, tra quelli arrivati in Salento agli albori della nuova stagione. Il jolly offensivo ungherese ha avuto bisogno di un logico periodo di adattamento, salvo dimostrare ottimi numeri già alle prime uscite con la nuova maglia. Un po’ a sorpresa, sono state invece le ultime gare, la maggior parte delle quali giocate dal primo minuto, a deludere le aspettative, con cinque insufficienze inanellate nelle ultime sei gare che ne fanno uno degli elementi con più bisogno di qualche panchina (14 presenze una rete; media voto 5,8).
ATTACCANTI
Doumbia 5,5 – Inizialmente tagliato fuori da Braglia a causa di un modulo non proprio a lui congeniale, con il tempo ha ritrovato un posto nell’undici giallorosso. Soprattutto dopo l’arrivo di Braglia, il quale ha ricevuto però in cambio risposte altalenanti. La buona efficienza realizzativa dimostrata un anno fa sembra solo un ricordo (13 presenze una rete; media voto 5,67).
Surraco 6,5 – Il più che buono voto rimediato dal fantasista uruguagio è frutto più che altro delle tre perle arrivate con Casertana, Cosenza e Messina e che hanno consentito ai giallorossi di guadagnare punti pesanti. Per il resto, qualche buona giocata, un paio di preziosi assist ma anche diverse prestazioni discutibili. Le sue potenzialità giustificano la sensazione che a Lecce non si sia ancora visto un Surraco al pieni giri (14 presenze 3 reti; media voto 5,68).
Diop 5,5 – Ruolo decisamente marginale per l’attaccante senegalese, arrivato come uomo da gol dalla panchina e che proprio come tale è andato a segno in questa prima metà di stagione. Il centro su rigore, per quanto utile, è troppo poco per fargli meritare la sufficienza. Malissimo in due delle tre gare da titolare (9 presenze una rete; media voto 5,42).
Curiale 5,5 – Sarebbe potuta essere il flop dell’anno, ma la splendida doppietta nella fondamentale gara con il Benevento lo ha rimesso in carreggiata. Ai due gol pre-pausa si sommano quello in casa dell’Akragas e l’assist per il vantaggio di Surraco con il Messina. Nelle altre gare, però tante ombre, e l’augurio che quello del 2016 sia un Curiale quanto più simile possibile al bomber apprezzato nella più recente apparizione casalinga dei giallorossi (14 presenze 3 reti; media voto 5,65).
Moscardelli 6 – Tra problemi muscolari, squadra che tardava a carburare ed un anno in più, non può certo dirsi che questo Mosca sia paragonabile al bomber apprezzato un anno fa. Ciononostante è leader assoluto di un attacco a dir poco al di sotto delle previsioni, soprattutto grazie ad una dedizione alla causa che i compagni di reparto hanno mostrato molto meno. Gli appena tre gol (di cui solo uno decisivo) sono comunque il minimo sindacale (13 presenze 3 reti; media voto 5,88).
Cicerello sv – Merita una citazione la giovane seconda punta salentina, che con il suo ingresso in campo ha contribuito ad agguantare il pareggio nel derby di Martina. Ora, mandato in prestito al Foligno, è pronto per la prima esperienza da titolare (una presenza 0 reti; media voto 6).
Caturano 6,5 – Un voto simbolico, per quanto vale, che rispecchia la prestazione del neoacquisto nel giorno dell’esordio di Rieti. Un gol ma anche un infortunio, con la speranza che possa tornare a dare una mano al fino ad oggi non impeccabile attacco leccese (una presenza una rete; media voto 6,5).
ALLENATORI E DIRIGENZA:
Asta 5 – Sfortunato, ma anche testardo nel cercare soluzioni che una squadra in netto ritardo non poteva offrire, l’allenatore arrivato come giovane promessa delle panchine professioniste ha trovato a Lecce la prima debacle della sua carriera. Una sola vittoria a Castellammare e qualche sprazzo di buon calcio visto con Casertana, Martina e Catania (valso appena tre punti in totale), prima dell’harakiri di Foggia che gli è costato la panchina. Meritava qualcosina in più, ma ha esperienza da fare (media punti 1, media voto 5,42).
Braglia 7 – A guardare il Lecce, la prima cosa che risalta è la poca incisività e spettacolarità del gioco. Ancor prima di guardare ciò che accade sul campo, però, c’è la classifica, ci sono i numeri, ovvero ciò che conta alla fine dei giochi, e lì l’allenatore grossetano ha chiaramente svoltato, prendendo una squadra poco sopra i play-out ed issandola sul podio. Peccato per quelle due o tre occasioni fallite per un aggancio che poteva starci, ma le sensazioni sono che i giallorossi possono solo migliorare (media punti 2,18, media voto 6,18).
Dirigenza 6,5 La prima, grandissima vittoria è aver riportato l’entusiasmo in una piazza che ha visto quasi raddoppiata la media spettatori allo stadio. La voglia e l’organizzazione ci sono, per quelle competenze necessarie a vincere si stanno attrezzando. Il riconoscere gli errori (unica grave pecca di chi li ha preceduti) e ripartire da essi, vedi cambio radicale in panchina, è la principale sliding door che divide i campioni da chi si accontenta di crogiolarsi nella mediocrità.
[poll id=”15″]