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LECCE – ‘Noi Lecce’ sbotta: “Ora basta!”

L’associazione Noi Lecce chiede rispetto in un momento così delicato per i destini giallorossi. Chiede rispetto a Semeraro, ricordandogli che “la società non si liquida con la fredda applicazione delle norme di diritto societario”. Chiede rispetto ai Tesoro, rammentando agli imprenditori che una trattare una società di calcio "non è solo business". Chiede rispetto a tutte le componenti del mondo del calcio, soprattutto a coloro che già hanno dato per condannato sia il Lecce che i suoi dirigenti.
Ecco la nota ufficiale completa.

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In un momento così delicato per la storia dell’U.S. Lecce, dobbiamo sentirci e presentarci uniti nel pretendere rispetto, da parte di tutti, per la nostra maglia, la nostra passione e la nostra storia. Su questi presupposti noi chiediamo rispetto, innanzitutto, dalla famiglia Semeraro che, al netto degli sviluppi degli atti di indagine e delle scelte finanziarie, deve riprendere consapevolezza che l’U.S. Lecce, intesa come valore nella sua espressione più alta, non si cede o liquida con la fredda applicazione delle norme del diritto societario.

Rispetto anche dalla famiglia Tesoro, per cui vale la medesima considerazione, con l’aggiunta che l’acquisto di una società di calcio non è solo business, ma soprattutto emozione: se non c’è quella, tanto vale continuare ad occuparsi freddamente dell’acciaio. Pretendiamo e pretenderemo rispetto anche da tutte le altre componenti del mondo del calcio: se saranno accertate responsabilità, non avremo alcuna difficoltà ad accettare sanzioni, anche gravi. Ribadiamo, però, che non verranno più tollerate prese di posizione astratte o generiche che possano nuocere all’immagine e alla storia del nostro club.

Ci siamo infatti imbattuti nei giorni scorsi in un’intervista apparsa sul Giornale di Vicenza ad uno dei componenti del collegio difensivo del club veneto. Vi era riportato, virgolettato, il pensiero dell’avvocato Polato per il quale: “Il secondo troncone d’inchieste è relativo a società di serie B come Bari e Lecce e di serie A come la Lazio e il Napoli, in particolare si è concluso che, per quanto riguarda il Lecce ad esempio, sarebbe emersa la responsabilità diretta di Pierandrea Semeraro, già presidente della società pugliese, il quale avrebbe concorso direttamente all’illecito consumatosi nella gara Bari-Lecce con la consegna di 230 mila euro ad alcuni giocatori della squadra avversaria. Circostanza acclarata anche in sede penale, dal momento che la Procura di Bari ha come indagato lo stesso Semeraro per frode sportiva. Per il Lecce le previste scadenze non sono ancora completate e quindi siamo in attesa del deferimento”. Ed ancora: “Un avvocato non dà mai percentuali di vittoria, però mi pare che ci siano evidenze conclamate che ci sia responsabilità diretta sia nel caso del Grosseto, che del Lecce”.

Per quanto ci risulta, alcuna responsabilità (penale, civile o sportiva) può ritenersi “acclarata” dalla mera iscrizione di un soggetto, ancorchè tesserato, nel registro degli indagati e che, pertanto, per sollecitare, o anche solo prevedere, punizioni ad usum Delphini occorre attendere serenamente che vengano resi pubblici gli atti dell’indagine.

Pertanto, “Noi Lecce” lancia un vibrante appello a tutti coloro che hanno a cuore i colori giallorossi: difendiamo la nostra passione! Visto il delicatissimo momento che stiamo vivendo pretendiamo, in ogni sede, rispetto. Solo così, siam certi, anche quest’anno potremo tornare a parlare e criticare, di calcio-mercato, programmi, emozioni e soprattutto di… sogni.