Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

LECCE – Fabrizio Miccoli, quando un gol sotto la “Nord” è meglio di Serie A e Champions League

Di solito i calciatori ricordano come gol più importante della propria carriera, come momento più emozionante della loro vita una rete realizzata in una finale, in un derby o in una competizione importante come Serie A o Champions League. Non è però il caso del calciatore tifoso, quella categoria di atleta che si sente realmente realizzato solo quando indossa la maglia della propria squadra del cuore. Non è, dunque, il caso di Fabrizio Miccoli.

Di gol in carriera ne ha realizzati tanti, il Romario del Salento: oltre 200 dal Casarano al Lecce, passando per Juventus, Benfica e Nazionale in modo particolare. Soprattutto ne ha realizzati di importanti: dall’eurogol con il Perugia contro il Milan futuro Campione d’Europa, a quello in azzurro contro il Portogallo direttamente da calcio d’angolo, al poker a San Siro con la maglia del Palermo, con l’acme delle emozioni raggiunto dopo il gol in rovesciata ad Anfield, in Champions League, che consente al suo Benfica di andare avanti nella competizione a spese del Liverpool campione in carica. Avrebbe l’imbarazzo della scelta e un giocatore medio opterebbe sicuramente per l’ultimo.

Miccoli, però, è tutt’altro che un giocatore nella media, e non ha mai perso occasione per ribadire l’amore per la sua terra e per i colori giallorossi nel corso della sua carriera. Ogni sfida al Lecce era una tragedia: sostituito quando partiva titolare e si rendeva protagonista di pessime prestazioni, in lacrime quando segnava contro la sua squadra del cuore.
Giocare con la maglia del Lecce è sempre stato il suo sogno, ma il suo ritorno nella terra natia è stato sempre ritentuo irrealizzabile, talvolta dalle dirigenze giallorosse, talvolta da quelle delle squadre in cui militava, talvolta dallo stesso Miccoli, che vedeva troppi ostacoli lungo il percorso inverso a quello compiuto alla fine deglia anni ’90.

Quest’estate la grande occasione: i Tesoro lo convicono a sposare il progetto, e lui è felice come un bambino che ritrova il suo giocattolo preferito, quello con cui è cresciuto. Il burrascoso inizio della squadra e gli infortuni che lo hanno bersagliato hanno ritardato il momento tanto atteso, il gol da festeggiare sotto la Nord. E’ arrivato con il L’Aquila alla prima gara interna in campionato, ma in quel caso era un gol della bandiera, la curva era squalificata e non c’era nulla da festeggiare. Poi, il 16 novembre, il gol al Prato che regala la vittoria ai giallorossi: “era da 34 anni che aspettavo questo momento, è un sogno che si realizza” ha dichiarato nel post-partita, cercando ripetutamente di comunicare quanto quell’istante fosse stato, per lui, il più bello della lunga carriera, quasi impossibile da superare. Quasi, perché c’è sempre una promozione a cui puntare.