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LECCE – Cosmi, Rossi, Conte e De Canio: quelli della panchina…

Quelli della panchina, quelli che ogni domenica ci mettono la faccia, non solo a volte, per guidare le proprie compagini verso obiettivi più o meno realizzabili. Ci concentriamo su quattro nomi: Serse Cosmi, Delio Rossi, Antonio Conte e Luigi De Canio, attualmente tecnici di Lecce, fino a due giorni fa Fiorentina, Juventus e Genoa. Tutti con un passato tinto di giallorosso da allenatore o da giocatore e nel presente alla prese con la compagine del tacco d'Italia.

""Partiamo in senso inverso dall'ultimo, Luigi De Canio; in Salento se lo ricordano tutti bene, una promozione con vittoria della B e la salvezza lo scorso anno intrisa di sudore e sangue. Ha deciso di accettare la sfida Genoa e si ritrova contro quella che è stata la "sua" città per due anni e mezzo, in un angusta ed estenuante lotta per non retrocedere. Preziosi ha affermato che avrebbe dovuto chiamare il tecnico lucano molto prima per scongiurare qualsiasi pericolo. Adesso Gigi si gode la vittoria, a Brescia, contro il Cagliari e quel +3 in classifica che equivale ad un possesso di vantaggio, cestisticamente parlando, con palla in mano per i liguri ad un minuto della fine della sirena finale.

""Passiamo ad Antonio Conte. Il tecnico leccese di nascita ha visto i suoi piani scombinati dalla squadra della sua città, con la quale il rapporto non è certo ottimo. La sua formazione, durante la sfida contro i giallorossi, ha cercato d'incantare la preda, memore di un campionato fatto di tanto possesso palla e giocate di livello, vedere i passaggi di Pirlo, con però una mancanza di stoccatori che sotto porta possano irretire gli avversari in modo completo. Conte prosegue verso la volata scudetto, potrebbe essere il primo allenatore nato sotto Roma a cucirsi sulla pelle il tricolore, con la consapevolezza che il giallo ed il rosso a questo giro gli hanno tirato un brutto scherzo. Le mani sul volto in occasione del goal di Bertolacci sono la prova tangibile.

""Il terzo nome è quello di Delio Rossi. L'ormai ex allenatore viola, ha dovuto abdicare dopo la scazzottata con Ljajic (pare che il serbo gli abbia gridato, senza pudore, qualcosa riguardo uno dei componenti della sua famiglia). Rossi avrebbe raggiunto il Salento da avversario, ma sempre con la massima stima che il popolo leccese gli ha attribuito, per giocarsi una fetta di salvezza. Anche Chevanton ha parlato, anzi scritto su Twitter, del suo rammarico per quello capitato al tecnico di Rimini. Il figlio Dario ha detto "il gesto è assolutamente da condannare, ma non create un mostro"; come non condividere le parole riferite all'uomo con la "gomma da masticare", in ogni partita tra i denti per scaricare quella tensione che mercoledì sera ha superato ogni limite.

""Infine, l'attuale allenatore del Lecce, Serse Cosmi. Vulcanico, provocatore e sempre controcorrente. A Torino ha dato ancora una volta spettacolo. Nella prima frazione urlava a Obodo e soci "qui nessuno gioca a calcio" per poi lasciarsi andare a fine gara, sotto lo spicchio di tifosi leccesi, e gridare, con il suo collo taurino rigonfio di vene capaci di contenere tutta la sua rabbia, "rimaniamo in serie A". Il suo scontro con Conte è stato vinto dal perugino. Da una parte, quella bianconera, la scenografia sembrava ricercata, gesti e mimiche facciali s'inseguivano alla ricerca della perfezione, mentre Cosmi dava sfoggio, di crozziana memoria, delle sue grida e della sua disperazione senza filtri, per poi addirittura scusarsi col quarto uomo in occasione del pareggio leccese, mentre il parigrado bianconero viva attimi di incubo, ricordiamo le mani.

Quelli della panchina aleggeranno su Lecce ancora per qualche settimana, magari mesi, magari anni con ognuno la sua peculiarità, il suo volto e i suoi sentimenti che indelebili hanno scritto pagine, piacevoli o meno, della storia del calcio in Salento.