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foto: P. Corvino

LECCE – Flop Nazionale, il Corvino furioso: “Non siamo noi il male assoluto, il nostro è un modello da seguire”

Pantaleo Corvino ad alzo zero contro i vertici federali e l’allenatore della nazionale, ma non solo. Il dt del Lecce, nel corso dell’evento d’inaugurazione della sessione estiva di calciomercato a Rimini, ha toccato diversi argomenti e, tra gli altri, ha raccontato di come Luca Gotti gli ha salvato la vita poche settimane fa.

“Siamo andati a cena e non ci siamo messi d’accorso (sul rinnovo del contratto col Lecce, ndr), così si è fatto tardi e siamo andati a dormire. A un certo punto della notte ho sentito un tuono fortissimo. Dopo qualche minuti, c’era Gotti che bussava alla mia porta, la struttura stava andando a fuoco. Stavo svenendo per il troppo fumo, abbiamo tentato di scendere e così ci siamo calati dalla finestra dal primo piano. Ero confuso e lui mi ha detto: ‘Leo, sono io qui pure io con te’. E quando ci siamo messi in salvo gli ho detto: ‘Quanto volevi di stipendio? Va bene!’.

Al Corriere dello Sport, poi, Corvino ha rilasciato nette dichiarazioni sul fallimento dell’Italia a Euro ’24.

“In tutte le trasmissioni mettono in evidenza il risultato della nostra Primavera che ha vinto lo Scudetto con undici stranieri, come se fossimo noi il male assoluto, gli untori. Ma stiamo scherzando? La demonizzazione del Lecce è un insulto all’intelligenza, io non solo l’untore e il nostro è un modello che andrebbe seguito. Nazionale, si è parlato di mancanza d’intensità ma questa chi gliel’avrebbe dovuta dare? Sei anni fa Conte ci mostrò qualcosa di diverso. Non voglio colpevolizzare nessuno, a differenza di altri, nel calcio e nella vita si sbaglia e chi lo fa non deve scaricare sugli altri ma si deve assumere la paternità dell’errore. Ed eventualmente chiedere scusa se lo ritiene opportuno. Spalletti non ha fatto lo Spalletti per come lo conosciamo e stimiamo, può succedere, ci mancherebbe, ha avuto solo nove mesi per entrare nel ruolo di manager. Non sappiamo cosa ha trovato. Si dimenticano, però, altre cose. Che noi in A abbiamo tre giocatori che vengono dalla Primavera, titolari, e che Falcone, Gallo, Baschirotto, Piccoli, Sansone sono italiani. Non ci possiamo permetterci gli italiani che hanno costi eccessivi. I talenti locali poi sono presi dai grandi club che fanno razzia. L’aridità del nostro calcio non deriva dalle nostre politiche ma da quelle di Federcalcio, Lega e club, non da ieri. Deriva da mancanza di strutture, campi, centri di addestramento, da impreparazione degli allenatori del settore giovanile, ma anche dalla mancata volontà della federazione di imporre percentuali dei ricavi da destinare al settore giovanile. La nostra virtù è di andare in giro per il mondo a cercare giocatori da portare in prima squadra. Corvino non è il problema, è la soluzione. Poi nominano la commissione di esperti e Corvino non ne fa parte. Avrei voluto che l’allenatore e i responsabili federali si fossero esposti ammettendo di aver sbagliato, altro che inseguire colpevoli esterni, basta con la litania degli stranieri che portano via il posto agli italiani. I giovani italiani bravi ci sono e vincono europei e mondiali di categoria, nel 2006 siamo diventati Campioni del Mondo con queste regole e le politiche federali non erano diverse. Perché non dire ‘Abbiamo sbagliato’? Servirebbero gli stati generali aperti al pubblico, vanno cambiate le regole per le elezioni federali, così si capirebbe chi è in buona fede e chi no. Lascino in pace il Lecce e chi lavora bene. Noi a Lecce prendiamo stranieri perché non vogliamo giocare con gli scarti delle grandi squadre“.