MONDIALI – ‘Te lo dò io il Brasile’, day #07: Spagna, ciclo finito? Saluta anche l’Australia
(di Carlo PASCA) – Ogni cosa, come ogni storia, ha il suo inizio e la sua fine. È così da sempre e lo sarà per sempre. Ogni esperienza ha una sua progenie, una determinata evoluzione e un finale spesso triste ma quasi mai drammatico. Almeno nel mondo del calcio. Così non è, almeno sembra, per la plurititolata Spagna, campione del mondo in carica e campione d’Europa nelle ultime due edizioni della rassegna continentale. È la fine di una generazione di campioni, una squadra gloriosa che ha dominato in lungo e in largo e di un Paese che ha imperato anche nelle competizioni per club, che ha adottato lo stile di gioco proprio del Barcellona di Guardiola che ha fatto scuola in tutto il mondo, una Spagna che ha costruito un gruppo che per otto anni non ha conosciuto rivoluzioni ma solo qualche ritocco.
Un collettivo solido, che conosce ogni movimento del compagno a memoria, che vince e convince ad ogni latitudine e in ogni dove. Fino a ieri, o meglio fino a venerdì scorso, quando la furia olandese si è abbattuta sulla truppa di Del Bosque, facendola piombare sulla terra, nel regno dei comuni mortali pieni di incertezze e di insicurezze. Ieri l’epilogo di questa bella storia di successi, con la seconda sconfitta in due partite al Mundial brasiliano. Un 2 a 0 dal Cile che non lascia spazio a recriminazioni di sorta: la Spagna è finita. Va ricostruita, va ringiovanita, va rivoluzionata. Le colpe sono un po’ collettive, ma Del Bosque si deve assumere tutte le responsabilità del caso. Affidarsi agli stessi giocatori è stato un errore: la maggior parte di questi, lo zoccolo duro (i vari Xavi, Piquet, Ramos, Casillas, Iniesta e Silva) è fin troppo appagato e non ha più stimoli, tant’è che c’è già chi alla soglia dei 32 anni ha deciso di fare la valigie e andare a svernare nei petroldollari o negli Usa, quando invece potrebbe ancora lottare per un successo in un importante campionato in Europa. Sarà stata la riconoscenza verso questo gruppo la causa del mancato rinnovamento? Del Bosque lo dirà, è una persona seria. E presto sapremo anche se è stato davvero il gruppo a chiedere l’ingresso di Koke nel secondo tempo al posto di uno Xabi Alonso da 3 in pagella. Tant’è, la Spagna ha abdicato proprio nel giorno dell’insediamento sul trono reale di Felipe VI che succede a Juan Carlos. Le strane coincidenze. La vita, spesso strana. Tutto inizia e tutto finisce.
Ieri si è praticamente concluso il gruppo B: passano Olanda e Cile, eliminata l’Australia oltre alla Spagna. Gli Orange hanno sofferto un po’ prima di avere la meglio sui canguri. Ancora a segno Robben e Van Persie, veri trascinatori della squadra di Van Gaal. In nottata, per il gruppo A, bel successo della Croazia che ne ha rifilati 4 al Camerun e ha confermato quanto di buono fatto vedere all’esordio contro il Brasile.
Oggi tocca al gruppo C e si apre alle 18 con Colombia-Costa D’Avorio, una partita che promette spettacolo e magari anche tanti gol. Le due squadre guidano la classifica del girone e i tre punti oggi equivarrebbero a qualificazione certa. In nottata si affrontano invece i fanalini di coda Grecia e Giappone. Una partita da non perdere (sono ironico, of course).
In serata, invece, per il gruppo D che poi è quello che ci riguarda da vicino, sfida tra Inghilterra e Uruguay e anche qui è dentro o fuori. Chi perde va a casa e probabilmente ci andranno entrambe in caso di pareggio. Nell’Uruguay rientra Suarez che prende il posto di Forlan, nell’Inghilterra Hodgson conferma gli undici anti Italia. Per i 22 in campo sarà una finale, ma per noi spettatori interessati sarà un partita che promette spettacolo. Da non perdere assolutamente.