TARANTO – Parla Campitiello: “Voglio lasciare il club in mani sicure, a queste condizioni…”
“Quest’anno mi è riuscito tutto, tranne una cosa: farmi capire dalla città”. Così Domenico Campitiello, in un’intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno, della quale ne riportiamo qualche estratto. “Voglio lasciare il Taranto in mani sicure – dice – è una mia creatura, ne sono ancora innamorato. Ma nella vita bisogna essere obiettivi: se vengono meno le condizioni, è meglio mettere il punto alla storia”.
Sulla città: “L’accoglienza è stata fredda, è mancata l’empatia. Per un campionato intero c’è stato chi sembrava aspettasse al varco i miei errori. E’ venuto meno il rispetto, anche se di sacrifici ne sono stati fatti tanti”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso: “L’imposizione dei tifosi a Manfredonia (con obbligo di cambio maglia blu nell’intervallo, ndr), non mi era mai capitato che qualcuno prendesse in mano le leve di una mia azienda. Volevo farmi da parte già il giorno dopo, poi capii che dovevamo mantenere un ambiente compatto in vista dei playoff. Quella maglia blu richiamava i colori della Jomi, la mia azienda, che ha iniettato nelle casse del club più denaro rispetto alla Birra Raffo. Era solo un’operazione di marketing. La squadra, poi, è rientrata in campo intimorita, potevamo vincere e cambiare il corso dei playoff, giocando quasi sempre in casa e aumentando le chance di ripescaggio“.
Sul futuro: “La piazza deve stare tranquilla, le quote sono in vendita ma l’azienda non è smantellata. Non sono qui per fare il male del Taranto. Servono 200mila euro per acquistare il 92% delle quote, la richiesta è congrua. Poi toccherebbe a me aggiungere una fidejussione per coprire i debiti verso l’erario, che non superano i 120mila euro. A conti fatti, quindi, per me il Taranto vale 300mila euro. Lasciare le quote a titolo gratuito? Non vedo perché dovrei, visto che in quell’investimento ci sono i miei sacrifici. Sulla cifra si può trattare“.
Iscrizione: “Provvederò personalmente se, nel frattempo, le quote di maggioranza saranno ancora le mie. Così come in prima persona andrò avanti se nessuno vorrà comprarsi il Taranto. Ripescaggio? E’ quasi certo che i termini non scadranno prima della fine di luglio. Chi vuole il Taranto ha tutto il tempo per regalare questo sogno alla città”.
Sulle trattative: “Mai incontrato Castria, ma solo suoi emissari. Il confronto è stato gradevole ma non è giunta alcuna proposta. Chi vuole il Taranto si faccia avanti. Altre trattative aperte? Non confermo nè smentisco”.
Prossima stagione: “Se non si venderanno le quote prima dell’inizio della prossima stagione, garantirò un campionato dignitoso in quarta serie, perché un imprenditore non lascia mai morire una sua azienda. Il Taranto è ancora mio. Sbaglia chi mi definisce dimissionario. Esperienze nel calcio altrove? Potrei magari andare avanti in una piazza più tranquilla, in cui ci si possa divertire con meno pressioni”.