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SERIE C – Ha volato sulle ali di Doumbia dopo un campionato “alla Lecce”: il Livorno di Sottil

Profumo di Serie B domani sera all’Armando Picchi di Livorno, dove i padroni di casa ospiteranno il Lecce nella seconda giornata di Supercoppa. Per i giallorossi di Fabio Liverani sarà l’esordio nella competizione con l’obiettivo di uscire indenni dall’Ardenza per potersi poi giocare il trofeo all’ultimo turno con il Padova, che all’esordio ha strapazzato per 5-1 proprio gli amaranto di Andrea Sottil. Le due squadre non andranno certo a mille, parzialmente appagate e affaticate dalla vittoria dei rispettivi gironi, ma vorranno chiudere al meglio (soprattutto da parte toscana) la proprio comunque trionfale stagione.

Le due squadre torneranno a fronteggiarsi a 12 anni dall’ultima volta, in un incrocio che costituirà il diciassettesimo precedente tra Livorno e Lecce. Il bilancio è in perfetta parità: sette successi a testa e due pari. C’era Gregucci in panca per i salentini nell’ultima sfida giocata al Picchi (finì 2-1 con centri di Lucarelli, Pinardi e Palladino), dove i padroni di casa vantano uno score di 5 vittorie contro le 2 ospiti. L’ultima di queste è datata 2003 e parla uruguagio, visto che a metterla in cassaforte furono le marcature di Chevanton e Giacomazzi nell’anno della terzultima promozione in A dei giallorossi.

Era dal 1955 che i salentini non incrociavano il cammino dei toscani in terza serie, questo perché la storia recente delle due società le ha viste protagoniste soprattutto in Serie A e B. Cadetteria in cui, oltre ovviamente al Lecce, anche il Livorno ha fatto ritorno tre settimane fa vincendo il girone A. Un cammino dai mille colpi di scena, “alla Lecce” si potrebbe dire, visto che ricorda, con diverso esito, proprio quello dei giallorossi al primo anno di Lega Pro nel ’12-’13. Partita a duemila e capace di andare in fuga da subito, la formazione di Andrea Sottil, avversario di Padalino un anno fa da sorprendente tecnico del Siracusa, ha improvvisamente calato di intensità, gioco e, di conseguenza, risultati. Il tutto ha favorito con l’avvento del nuovo anno il ritorno di fiamma di Pisa e, soprattutto, Siena, capace di scavalcare gli amaranto a poche giornate dal termine, prima di suicidarsi a sua volta contro l’Arezzo facendo sospirare sollevati i sempre caldi supporter della città tirrenica. Alla fine è stato dunque trionfo, e nessuno ricorderà certo il vantaggio sperperato in favore a un ritorno in Serie B atteso due stagioni.

Il finale di campionato degli amaranto non è stato comunque di certo entusiasmante, al netto della promozione, e a dimostrazione di ciò c’è anche il primo match di Supercoppa a Padova. Il Livorno è stato infatti surclassato da un 5-1 che sarebbe addirittura potuto essere più ampio in favore dei biancoscudati, che si sono trovati di fronte una squadra comprensibilmente non iper-motivata ma a sorpresa eccessivamente scarica, dunque agevolmente battuta come provenisse da una serie inferiore.

Forza della stagione dell’undici di Sottil è stato certamente l’attacco atomico (64 centri all’attivo), mentre ha un po’ peccato in fase difensiva, risultata addirittura la settima del raggruppamento nord-occidentale. Il modulo prediletto dall’allenatore piemontese è stato il 4-3-3, che ha registrato la difesa dei pali affidata soprattutto all’esperto Mazzoni. In difesa dominano i centimetri di Borghese e la duttilità di Franco, salvaguardati da una mediana di grande esperienza in cui spiccano capitan Luci, l’eterno Valiani e anche l’ex Lecce Manuel Giandonato, appena otto gettoni in giallorosso nell’ultimo anno di A. Il trio offensivo è stato una sicurezza: l’inarrestabile brasiliano Murilo, il sempreverde bomber brindisino Vantaggiato (ben 19 centri per lui) e un rinato Abdou Doumbia, funambolico e sorprendentemente cinico, quasi un altro rispetto al suo recente passato giallorosso che, pur positivo, è stato troppo spesso più fumo che arrosto. Vista l’annata in grande spolvero di questi tre, c’è stato davvero poco spazio per gli altri attaccanti, compreso Jacopo Manconi, promessa mai sbocciata (e quasi mai impiegata, solo 3 le presenze) del Lecce di Alberto Bollini.