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SERIE A – Ripresa, la Lega A: “Vogliamo finire la stagione” ma il ministro Spadafora frena

La Lega di Serie A scalpita per la ripresa. D’altronde sul tavolo ci sono fiori di denari che salterebbero qualora non si dovesse finire la stagione, costi quel che costi.

“FINIRE LA STAGIONE SE IL GOVERNO CE LO PERMETTE” – Ieri la massima lega professionistica italiana “ha confermato – come si legge nella propria notaall’unanimità l’intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-20, qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza. Norme che, di principio, non sarebbero rispettate, giacché il calcio è uno sport di contatto. E il contatto fisico cozza con la disposizione che prescrive la distanza interpersonale di almeno un metro. Che, evidentemente, vale per tutti gli altri cittadini, ma non per quelli che giocano a calcio in Serie A. Ma questo, ormai, è risaputo. “La ripresa dell’attività sportiva – prosegue la nota della Lega A – nella cosiddetta Fase 2, avverrà in ossequio alle indicazioni di Fifa e Uefa, alle determinazioni della Figc, nonché in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori”.

SPADAFORA CAUTO – Frena il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora che, dai microfoni del Tg2, “gela” l’ambiente pallonaro: “Se vogliamo essere molto chiaririferisceio oggi non do assolutamente per certa la ripresa del campionato di calcio, la ripresa degli allenamenti il 4 maggio. Sono d’accordo che il calcio debba riprendere, e speriamo il prima possibile, ma non si può dare per certa nessuna riapertura oggi, se prima non capiamo se esistono le condizioni per il Paese: dobbiamo capire se il mondo dello sport, e del calcio in particolare, sarà pronto a una ripartenza degli allenamenti, ma questo non vuol dire una ripresa automatica del campionato e delle partite. Poiché ci sono anche molti atleti di altre discipline che hanno bisogno di ricominciare, valuterò con molta attenzione la ripresa, ma questo non deve dare l’illusione a tutte le società, soprattutto alla Serie A”.

GARE IN CHIARO?– Sull’eventuale trasmissione delle partite in chiaro, poi, Spadafora chiosa: “Quando il mondo del calcio non vuole decidere o non vuole farlo per motivi economici, dice che è il Governo che deve farlo. poi quando il Governo interviene a gamba tesa, rivendica la sua autonomia. Stavolta prenderemo in seria considerazione ogni opportunità, tra cui anche questa. Bisogna rimettere ordine nelle idee di un mondo che non è semplicissimo”.