
NARDÒ – E chi se lo Scordia… Tris del Toro che ipoteca la D
Il Nardò ha più di un piede in Serie D. I granata volano ben oltre le più rosee previsioni e, nell’andata della finale dei playoff nazionali di Eccellenza, dominano il Città di Scordia a domicilio. Il 3-0 finale, griffato da una doppietta di Rana e dal sigillo di Palazzo, è senza appello: il Toro, tra sette giorni, potrebbe finalmente festeggiare il ritorno nella quarta serie nazionale.
Per l’occasione, il tecnico rossazzurro Serafino recupera una pedina fondamentale come Bertolo e, in avanti, punta tutto sulla velocità di Ousmane, già decisivo nella semifinale col Sant’Agnello. In attacco, invece, il principale dubbio di Ragno: Vicentin parte dalla panchina, Rana è quindi supportato da Palmisano e Palazzo, con la conferma di Gigante nel mezzo e il rientro di Montrone in difesa.
Su di un terreno di gioco in condizioni non certo esaltanti, i padroni di casa, nella battute iniziali, appaiono maggiormente aggressivi. La prima emozione al 18’: Vicedomini si lascia soffiare il pallone in mezzo al campo, Cocimano si lancia verso l’area granata e serve per Ousmane che, da posizione invitante ma leggermente defilata, conclude trovando pronti i riflessi di Caroppo. Dal corner susseguente, sfera che balla pericolosamente in area di rigore: Ousmane si avventa e spara col destro sfiorando il palo di un soffio. Tra i due pericoli creati dagli scordiensi, la prima tegola per il tecnico Serafino: Tarantino non ce la fa, al suo posto Messina. Al 25’ la scossa al match: lancio dalle retrovie, la difesa locale è immobile in attesa di un fischio per fuorigioco, Rana invece non ci pensa due volte e a tu per tu con Fagone lo fredda con un pallonetto. Granata in vantaggio. Al 33’ è ancora Toro: bella trama tessuta da Mancarella, Palazzo e infine Vicedomini che dalla distanza non inquadra lo specchio. Il Città di Scordia fatica a creare pericoli e il Toro si dimostra ancora di un cinismo spaventoso: scambio Palmisano-De Giorgi sulla corsia di destra, pallone che vaga al limite dell’area scordiense dove è appostato Palazzo, stop e destro rasoterra che si insacca all’angolino alla destra del portiere rossazzurro. Il Nardò, così, allo scadere della prima frazione, raddoppia.
Nella ripresa Serafino ridisegna il suo assetto tattico con gli ingressi di Gallipoli (al posto di Privitera) e Marziale (per Messina). Al 54’ lo Scordia produce un’ottima azione: Ousmane, servito da Cocimano, si riaccende e pesca al centro Bellino che si divora il possibile punto del 1-2. Al 63’ buona opportunità per Rana, Fagone deve rifugiarsi in corner per evitare il peggio. Un minuto più tardi per i catanesi è notta fonda: Ousmane rifila un calcione a De Giorgi, l’arbitro lo espelle e l’ivoriano costretto a raggiungere a testa bassa la via degli spogliatoi. Nardò in superiorità numerica. Ragno richiama dapprima Palmisano e inserisce De Razza, poi i crampi di Palazzo inducono il tecnico di Molfetta a gettare nella mischia anche Montinaro. Lo Scordia, intanto, è confuso, stordito. Il Toro amministra con discreta facilità. Risultato, definitivamente, in cassaforte, al 78’: quando De Giorgi cerca nel mezzo bomber Rana, che firma il 17° centro stagionale bruciando ancora Fagone per lo 0-3. Il pubblico scordiense, a questo punto, abbandona le tribune del “Binanti”. Al 83’ schema da calcio piazzato dei granata: Fiorentino cerca Vicedomini che prova il tiro al volo, fuori di poco. Due minuti dopo scorrettezza di Zumbo su De Razza: è il secondo giallo, Scordia che chiude addirittura in nove uomini. Nel finale c’è spazio anche per Vicentin (al posto del “man of the match”, Rana). Il Toro ha in mano la contesa e amministra i cinque minuti di recupero senza correre alcun rischio.
La sportività del pubblico scordiense a fine gara, che tributa un sincero applauso, oltre che ai propri beniamini sconfitti, alla prova maiuscola del Toro, la dice lunga sullo spessore della prova granata. Gli uomini di Ragno ipotecano lo sbarco in Serie D: tra sette giorni, al “Giovanni Paolo II” con calcio di inizio alle 17, l’appuntamento con la storia.