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[ESCLUSIVA SS] CASARANO – Marino: “Playoff sarebbero un miracolo. Locorotondo, gara difficile su un campo piccolo”

Se è vero che tre indizi fanno una prova, allora non può che essere vero che tre qualità come tecnica, fantasia e duttilità tattica danno la misura della caratura di un calciatore. Dino Marino incarna tutte e tre queste doti. Partito come mediano, l’attuale calciatore del Casarano è in grado di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, riuscendo ad adattarsi ai vari moduli, grazie alle capacità tecniche di cui è dotato. Una carriera, quella del centrocampista classe 1985, iniziata col botto. Capitano della Primavera dell’”prima squadra, agli ordini di Roberto Mancini, poi l’esperienza nella serie cadetta e nell’allora Serie C, e proprio quando sembrava che la sua carriera dovesse prendere il volo, il terribile infortunio, che lo ha riportato con i piedi per terra. E così, in poco più di cinque anni, si è ritrovato dalla Serie A all’Eccellenza pugliese.

Un periodo che lui stesso racconta così. “Ero sicuro che avrei fatto una grande carriera. Ai tempi della Primavera dell’Inter sono stato premiato per ben due volte come miglior giocatore d’Italia, e mister Mancini aveva una grandissima considerazione dei miei mezzi tecnici. Poi, il grave infortunio, con la frattura scomposta di tibia e perone, ed oggi eccomi qua. È dura, veder, giocare, ad alti livelli, gente che dieci anni fa era insieme a te. Ma la fede in Dio mi ha dato la forza per superare i momenti più difficili e per accettare la mia nuova condizione”.

La fede è uno dei suoi punti di riferimento insieme al padre Raimondo, ex calciatore e tecnico delle giovanili del Lecce. “A mio padre devo tutto. È lui che mi ha insegnato a giocare a calcio e che mi ha formato, veramente, come calciatore”. Il suo presente si chiama Casarano, e anche se la maglia rossazzurra non pesa come quella nerazzurra, e il “Capozza” non è paragonabile al “Meazza”, “Le Serpi” rappresentano, pur sempre, la nobiltà del calcio pugliese e i loro tifosi regalano, sempre, grosse soddisfazioni. Una nobile, per la verità, un po’ decaduta, che sta cercando di riprendersi il posto che più le compete. Forse non ci riuscirà in questa stagione. I playoff distano sette punti, e le partite da giocare sono relativamente poche, nove. Ma il sontuoso mercato di riparazione ha gettato le basi per il futuro. “Allo stato attuale, conquistare i playoff avrebbe del miracoloso, perché non dipende solo da noi. Noi dobbiamo vincere sempre e sperare in qualche passo falso di quelle che ci precedono. In tale rincorsa, abbiamo, tuttavia, un piccolo vantaggio, quello di affrontare Mola, Molfetta e Vieste in casa, davanti al nostro pubblico, che non esiterei a definire da dieci e lode. Speriamo di potergli regalare tante soddisfazioni”.

Ma per realizzare il definitivo salto di qualità, occorrerà migliorare il rendimento esterno, finora piuttosto deficitario. Dei 28 punti totali, ben 21 vengono dal “Capozza”. “In effetti dobbiamo fare meglio in trasferta, anche se alle volte non è facile giocare su campi impraticabili, che senz’altro penalizzano squadre tecniche come la nostra”. Fino a ora, è come se i rossazzurri avessero giocato due diversi campionati. Una prima parte piuttosto deludente, poi la risalita. Che cosa è cambiato realmente. “I progetti dirigenziali. All’inizio si era partiti con un progetto giovani, ma col passare del tempo, le pressioni della piazza hanno imposto un sovradimensionamento. Così la società ha fatto un grosso sforzo economico per regalare ai tifosi alcuni innesti di altissimo livello, e pianificare il futuro. Parte del merito va al direttore Mino Manta, che rappresenta una figura molto importante nella sua duplice veste di mediatore tra la società e noi calciatori e di operatore di mercato. Ma soprattutto ringrazio il presidente Filograna per tutti gli sforzi che sta sostenendo”.

Con il 3-0 rifilato domenica scorsa al Castellaneta, in cui c’è anche la firma di Marino, il Casarano ha infilato il quarto risultato utile consecutivo. Dieci punti in quattro gare, che darebbero la sensazione che sia stata, finalmente, trovata, la quadratura del cerchio. “Credo proprio di sì. Quando si cambia così tanto in corso, non è facile trovare l’amalgama giusta. Ma noi siamo un gruppo unito, pronto a darsi manforte anche nei momenti di difficoltà, aiutati, in questo, da un allenatore di carisma come Antonio Toma. Penso che la sconfitta col Nardò ci abbia dato la scossa definitiva per cambiare registro”. E domani i rossazzurri andranno a fare visita al Locorotondo. “Sarà una partita difficile, su un campo piccolo. Dovremo, quindi, essere, bravi, a sbloccare, subito, il risultato, per portare l’inerzia del match dalla nostra parte. In caso contrario, sarà dura, perché sicuramente loro si chiuderanno dietro e per noi non sarà facile trovare gli spazi giusti”. Con la rete segnata al Castellaneta, Marino ha portato a otto il suo bottino personale. Niente male per uno che attaccante non è. “Devo ringraziare i miei compagni, che mi mettono nelle condizioni di esprimermi al meglio e il mister, i cui schemi esaltano la fase offensiva”.