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CICLISMO – Fabio Piscopiello punta i campionati italiani: “Il doping si batte con i sacrifici”

Quando uno dei suoi idoli, il campionissimo spagnolo Miguel Indurain, conquistava il suo primo Tour de France nel 1991, Fabio aveva solo 6 anni e sgambettava con la bici nel cortile di casa. Adesso Fabio è cresciuto, coglie successi “in giro per l’Italia ed ha coronato il sogno di diventare ciclista professionista.

Il 26enne Fabio Piscopiello da Melissano è la promessa salentina delle due ruote a pedali. Nato sportivamente nella Gs, squadra locale fondata dal padre Luciano, Fabio ha fatto incetta di vittorie nelle categorie giovanili, che gli sono valse il primo contratto da dilettante per una squadra lombarda. Armi e bagagli alla mano, appena diciottenne, entra, a far parte del Team Schivardi Colombina. La squadra scommette sulle sue doti di passista-scalatore e arriva, puntuale, la prima vittoria a Corridonia. Fabio prende sicurezza nei suoi mezzi. Poi il passaggio al Team Vega Prefabbricati Montappone, formazione marchigiana con cui vince, tra l’altro, il tappone dolomitico del Giro d’Italia Bio 2009 di Feltre, mancando il successo finale a causa di una sfortunata caduta, arrivata a due tappe dalla fine, e con il primo in classifica ad un tiro di schioppo. Ma le soddisfazioni sono solo dietro il curvone: con uno straordinario 2010, Fabio conquista il “Cappello d’Oro”, challenge che premia il miglior ciclista dilettante, ottenenendo il tanto agognato passaggio al mondo dei professionisti, con i colori della De Rosa Ceramica Flaminia.

Fabio, difficile andare via in cerca di fortuna?
«E’ difficilissimo. La vita del ciclista è fatta di sacrifici, ma bisogna forzatamente andare lontano da casa se si vuole sfondare in questo campo, lasciandosi dietro gli affetti più cari. Al Sud nessuno ti dà la possibilità di competere ad alti livelli, perché mancano le giuste gare e gli investimenti degli sponsor».

Ciclismo e doping. Associazione d’idee, purtroppo, scontata.
«Ma adesso le cose sono cambiate. Nel nostro sport ci sono tantissimi controlli, a partire dal passaporto biologico, che detta severissimi parametri fisiologici oltre i quali scatta la squalifica, sino ad arrivare alla reperibilità continua, per essere sempre disponibili in caso di controlli a sorpresa. Non c’è via di fuga per chi vuole imbrogliare».

Il tuo sogno qual è?
«Diventare professionista. E ci sono riuscito. Ora conto di vincere la mia prima gara nel ciclismo che conta».

E l’occasione è a portata di mano. Sabato 25 giugno, ad Aci Catena (Ct), Piscopiello cercherà di portare a Melissano il titolo di campione italiano professionisti.